Il 30 luglio 2025 Ethereum ha compiuto dieci anni. In una decade, è diventato l’architrave dell’infrastruttura Web3 globale, alimentando migliaia di applicazioni, ecosistemi DeFi, stablecoin, NFT e DAO.
Ma in occasione dell’ETHCC 2025, il co-fondatore Vitalik Buterin ha posto una domanda cruciale:
“Ethereum sta ancora mantenendo la sua promessa originaria di emancipazione dell’utente tramite la decentralizzazione?”
Per Buterin, l’adozione non equivale a progresso. Molti sistemi che si definiscono decentralizzati, in realtà, mantengono meccanismi di controllo centralizzato, riducendo l’autonomia degli utenti.
Ethereum è davvero decentralizzato oggi?
Per rispondere a questa domanda bisogna prima prendere consapevolezza delle problematiche emerse su questo aspetto di grande importanza.
Il problema degli admin key e delle interfacce centralizzate
Molte dApp, Layer-2 e DAO operano ancora con chiavi amministrative, interfacce centralizzate e diritti di upgrade gestiti da team interni. In questi casi, la decentralizzazione è solo formale, ma non sostanziale.
Infatti, un’applicazione può essere costruita su Ethereum, ma se un team può modificarla o bloccarla, l’utente resta dipendente da un’autorità centrale.
Secondo Buterin, la decentralizzazione dovrebbe produrre risultati tangibili: libertà, sicurezza, resilienza.
Ha citato il crittografo Phillip Rogaway, secondo cui la crittografia è un “contratto morale”. Lo stesso principio vale per Ethereum: non è solo un’infrastruttura tecnica, ma uno strumento per garantire diritti digitali.
Cresce l’adozione, ma anche le asimmetrie di potere
Chi controlla Ethereum oggi? Diciamo subito che Ethereum non è più solo nelle mani di sviluppatori indipendenti. Il suo ecosistema è influenzato da grandi operatori, istituzioni finanziarie, fondi e entità statali.
Molte applicazioni DeFi mantengono diritti di intervento, come la possibilità di:
- aggiornare smart contract
- congelare fondi
- eseguire modifiche non approvate dalla comunità
Anche le implicazioni legali stanno plasmando Ethereum. Dopo le sanzioni su Tornado Cash (2022), infrastrutture come Infura e Alchemy hanno introdotto alcuni filtri:
- restrizioni RPC
- controllo transazioni
- blocchi geolocalizzati
La decentralizzazione è solo nel protocollo?
Mentre il protocollo Ethereum rimane teoricamente neutrale, l’esperienza utente è condizionata da livelli off-chain controllati da fornitori esterni.
È il rischio del modello Android: open source in teoria, ma modificato da vendor, app preinstallate, logiche di business.
Ethereum, secondo Buterin, rischia la stessa deriva se non si preservano neutralità, auditabilità e libertà di scelta.
I test che Ethereum oggi non supera
Buterin ha introdotto tre benchmark per valutare la reale decentralizzazione di un sistema:
1. Walk-away test
Se il team originale sparisse, il sistema continuerebbe a funzionare?
👉 La risposta, per molte soluzioni Layer-2 e dApp, è no.
2. Insider attack test
Quanto danno può causare un’azione malevola interna?
👉 In molti casi, un multisig compromesso può attivare upgrade o deviare fondi.
3. Trusted Computing Base (TCB)
Quanti livelli devono essere affidabili per garantire sicurezza?
👉 Anche se il contratto è immutabile, se si usano:
- oracoli centralizzati
- API terze
- endpoint RPC non trasparenti
ogni componente aggiunge rischi e vulnerabilità.
I numeri del problema
- Circa 60% dei Layer-2 ha ancora admin keys o meccanismi di pausa.
- Oltre 70% delle interfacce front-end delle dApp Ethereum si appoggia a server centralizzati.
- 1/3 delle DAO ha una concentrazione dell’80% del potere di voto in poche mani.
Anche la privacy resta un’illusione: in 90% dei casi, le transazioni non sono completamente anonime.
MetaMask, ad esempio, registra indirizzi IP e attività wallet tramite la connessione a Infura.
La privacy non può restare opzionale
Per Buterin, la privacy deve diventare una funzione di default, non una nicchia sperimentale.
Oggi wallet e interazioni on-chain lasciano tracce visibili, spesso linkabili a identità reali.
Le soluzioni come ZK proofs esistono, ma vanno standardizzate e rese accessibili.
Anche l’accesso front-end è un punto critico
L’interazione con le dApp spesso avviene tramite un solo dominio, una sola API. Se il sito viene censurato, disattivato o attaccato, l’utente perde l’accesso.
Buterin propone l’uso di alcuni strumenti per risolvere il problema:
- IPFS, Arweave
- interfacce open-source
- distribuzione via storage decentralizzato
Il nodo della governance: votazioni squilibrate, potere concentrato
Il modello dominante è ancora il token-based voting, che premia chi ha più capitale.
Buterin ha sollecitato nuove alternative:
- voto quadratico
- attestazioni legate all’identità
- sistemi basati su reputazione
Cosa dicono gli esperti del settore su Ethereum
Chris Anderson (ByteNova AI)
“Troppi protocolli permettono modifiche interne senza approvazione pubblica. Questo mina la sovranità dell’utente.”
Michael Cameron (Superb)
“La decentralizzazione si misura ai margini: se non puoi uscire, forcare o rifiutare, non sei libero.”
Abdul Rafay Gadit (Zignaly)
“Servizi come MetaMask ed Etherscan sono centralizzati nel back-end. Ethereum abilita la sovranità, ma l’esperienza reale è ancora dipendente da provider esterni.”
Luis Bezzenberger (Shutter Network)
“Il front-running è comune. La resistenza alla censura non è ancora garantita by design.”
Varun Kabra (Concordium)
“Ethereum è diviso in due: core developers con ideali forti e operatori L2 dominanti con potere reale.
Servono meccanismi che distribuiscano il potere nel tempo.”
Ethereum: tra progresso tecnico e fragilità strutturale
Tutti gli esperti concordano su un punto: Ethereum non ha fallito, ma la sua missione originaria è ancora incompleta.
Il vero test della decentralizzazione è la libertà di uscita: se non puoi lasciare, modificare, ricostruire senza blocchi, non sei veramente autonomo.
Mentre la vera partita si gioca sulla rapida evoluzione del mondo crypto, che sta già portando alla tokenizzazione delle azioni negli USA, la sfida dei prossimi dieci anni non sarà solo migliorare le prestazioni. Sarà rendere la libertà un diritto codificato, difendibile in ogni strato dell’ecosistema: protocollo, accesso, governance, privacy.
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