Negli ultimi anni lo staking crypto è diventato uno dei temi più discussi nel mondo delle criptovalute. Se in passato l’unico modo per sostenere la rete e ottenere nuove monete era il mining, oggi sempre più investitori scelgono lo staking come alternativa più sostenibile e accessibile. Questa pratica consente di bloccare i propri token per contribuire alla sicurezza della blockchain, ricevendo in cambio staking rewards: un meccanismo che unisce partecipazione attiva e rendimento economico.
A differenza del semplice holding passivo – ovvero il limitarsi a conservare le monete in attesa di un aumento di valore – lo staking di criptovalute permette di generare entrate periodiche. Non a caso piattaforme globali come Binance ed eToro hanno reso questa attività alla portata anche dei non esperti, offrendo servizi di staking semplificato che eliminano la necessità di competenze tecniche complesse e permettono a chiunque di iniziare con pochi clic.
Naturalmente, come in ogni settore della finanza digitale, anche lo staking comporta dei rischi: dai periodi di lock-in che limitano la liquidità, alla possibilità di affidarsi a validatori poco affidabili, fino al pericolo di frodi o furti se non si usano piattaforme sicure. Per questo è fondamentale capire bene come funziona e quali strumenti utilizzare. In questa guida scoprirai tutto quello che ti serve sapere sullo staking di criptovalute: se cerchi informazioni complete sei nel posto giusto. Se invece desideri iniziare a investire in criptovalute o creare un portafoglio crypto equilibrato, il team di vivereoggi.it è sempre disponibile per darti assistenza.
Che cos’è lo staking di criptovalute
Lo staking di criptovalute è un concetto che ha rivoluzionato il modo in cui gli investitori partecipano alle reti blockchain. Se prima il mining criptovalute era l’unico sistema per convalidare le transazioni e mantenere sicuri i registri distribuiti, oggi il meccanismo di Proof-of-Stake (PoS) e le sue varianti permettono a chi possiede token di metterli in gioco per sostenere il funzionamento della rete. In cambio, l’utente riceve staking rewards, ovvero ricompense proporzionali ai fondi messi in staking. Questo modello ha reso la partecipazione molto più accessibile e sostenibile, sia dal punto di vista tecnico che energetico.
Staking significato e origini
Il termine staking deriva dall’inglese “to stake“, che significa letteralmente “mettere in gioco” o “puntare”. Nelle criptovalute, indica l’azione di bloccare un certo quantitativo di monete in un portafoglio o su una piattaforma per contribuire alla validazione delle transazioni e alla sicurezza della rete.
L’idea nasce come alternativa al Proof-of-Work del Bitcoin, che richiede enormi risorse energetiche. Con il PoS, introdotto per la prima volta all’inizio degli anni 2010 in progetti sperimentali, non è più necessario possedere costose macchine da mining.
Ciò ha aperto la strada a una nuova forma di partecipazione: chiunque, con una quantità minima di token, può contribuire al processo e ricevere in cambio rendimenti periodici.
Proof-of-Stake (PoS)
Il Proof-of-Stake è il meccanismo di consenso su cui si basa lo staking. Invece di competere con potenza di calcolo, i validatori vengono selezionati in base al numero di monete bloccate come garanzia. Maggiore è il quantitativo “puntato”, maggiori sono le probabilità di essere scelti per convalidare un blocco e ricevere una ricompensa.
Il PoS offre diversi vantaggi:
- Efficienza energetica, poiché non richiede grandi consumi di elettricità.
- Accessibilità, dato che chiunque possieda token compatibili può partecipare.
- Sicurezza, perché attaccare la rete richiederebbe controllare una grande quantità di monete, rendendo l’operazione economicamente insostenibile.
Questo sistema è stato adottato da blockchain come Ethereum (dopo il passaggio dal Proof of Work al Proof of Stake), Cardano, Polkadot e molte altre.
Delegated Proof-of-Stake (DPoS)
Il Delegated Proof-of-Stake (DPoS) rappresenta un’evoluzione del PoS, pensata per aumentare la velocità delle transazioni e migliorare la scalabilità. In questo modello, i possessori di token non partecipano direttamente alla validazione, ma delegano i propri fondi a un numero limitato di validatori eletti dalla comunità.
Il funzionamento si può riassumere in tre passaggi:
- Gli utenti scelgono a chi affidare i propri token.
- I validatori selezionati gestiscono la creazione dei blocchi.
- Le ricompense dello staking vengono distribuite proporzionalmente a chi ha delegato i fondi.
Il DPoS è stato introdotto da progetti come EOS e Tron, e si distingue per la sua capacità di processare un alto numero di transazioni al secondo, anche se concentra maggiormente il potere nelle mani di pochi validatori.
Come funziona lo staking crypto
Per comprendere davvero lo staking di criptovalute è necessario andare oltre la definizione di base e analizzare i meccanismi pratici che lo regolano. Lo staking crypto non è infatti un’operazione unica e uniforme: può assumere diverse forme a seconda della blockchain, della piattaforma utilizzata e delle regole di partecipazione.
Conoscere questi aspetti è fondamentale per distinguere le opportunità autentiche dai potenziali rischi e per scegliere il modello più adatto al proprio profilo di investitore.
Delegare i fondi vs trasferire i fondi (attenzione alle truffe)
Uno degli equivoci più comuni riguarda la differenza tra delegare i propri token e trasferirli a un portafoglio esterno.
- Nel primo caso, i token rimangono nel tuo wallet o nell’account della piattaforma che hai attivato per lo staking su Binance, su eToro staking o su altri servizi: la delega è un’autorizzazione a partecipare al processo di validazione, senza che tu perda la proprietà delle monete.
- Nel secondo caso, se qualcuno ti chiede di inviare i tuoi fondi a un indirizzo sconosciuto “per fare staking”, è molto probabilmente una truffa. Le monete sparirebbero per sempre.
È quindi cruciale ricordare che mettere in staking le criptovalute non significa trasferirle: le piattaforme regolamentate e i protocolli affidabili parlano di delega, non di spostamento di fondi.
Periodi di lock-in e liquid staking
Un altro elemento chiave è il lock-in period, ovvero il periodo minimo durante il quale i fondi rimangono bloccati. Durante questa fase non è possibile vendere o trasferire i token messi in staking, il che espone l’utente al rischio di non poter reagire prontamente a oscillazioni di mercato.
Per ovviare a questa rigidità si è diffuso il liquid staking: un modello in cui l’utente riceve in cambio dei token derivati che rappresentano la quota messa in staking. Questi token possono essere scambiati o utilizzati in altri protocolli DeFi, offrendo così maggiore flessibilità. Tuttavia, il liquid staking comporta costi aggiuntivi e introduce ulteriori rischi legati al funzionamento degli smart contract.
Staking NFT e nuove forme di rendimento
Negli ultimi anni lo staking NFT ha aperto un nuovo capitolo: invece di mettere in staking criptovalute tradizionali come Cardano o Reef, gli utenti possono bloccare i propri token non fungibili in piattaforme specializzate. In cambio ricevono staking rewards sotto forma di token di governance o di utilità.
Oltre agli NFT, si stanno affermando modelli innovativi come:
- Axies staking, legato all’universo del gaming blockchain.
- Soluzioni sperimentali su stablecoin (ad esempio UST staking, prima del crollo di Terra).
- Servizi centralizzati come Celsius staking, che hanno mostrato grandi potenzialità ma anche rischi elevati in termini di sostenibilità finanziaria.
Queste nuove formule dimostrano che lo staking crypto non è statico, ma continua a evolversi, ampliando le possibilità di rendimento ma anche la complessità da gestire.
In ogni caso, la ricerca di una stabilità è sempre più sentita, come dimostra il dato che le società di stablecoin stanno vivendo un momento d’oro, con un volume di affari miliardario destinato a crescere nel tempo.
Dove fare staking: piattaforme e crypto più popolari
Lo staking crypto non è uguale dappertutto: ogni piattaforma propone condizioni diverse per rendimento, rischio e flessibilità. Conoscere le principali opzioni è essenziale per capire dove conviene mettere in staking le proprie criptovalute, quali progetti offrono le migliori prospettive e quali sono le crypto su cui investire a lungo termine.
Staking su Binance
Binance staking è uno dei servizi più utilizzati a livello globale. La piattaforma offre sia lo staking bloccato, che prevede un periodo di lock-in prestabilito, sia lo staking flessibile, che consente di riscattare i fondi in qualsiasi momento e può porre al riparo da un crollo criptovalute.
I vantaggi principali sono:
- accesso a un’ampia gamma di token, tra cui Ethereum, Cardano e Polkadot;
- interfaccia semplice che permette anche ai principianti di mettere in staking su Binance senza conoscenze tecniche;
- possibilità di aderire a iniziative speciali come il launchpool, che distribuisce nuovi token agli utenti che partecipano allo staking.
Questa varietà ha reso Binance un punto di riferimento per chi cerca best staking crypto in termini di scelta e flessibilità.
eToro staking
L’etoro staking rappresenta un approccio ancora più semplificato. La piattaforma gestisce l’intero processo al posto dell’utente: non serve selezionare validatori o preoccuparsi di lock-in complicati.
Tra le caratteristiche più apprezzate troviamo:
- distribuzione automatica delle staking rewards direttamente sul conto;
- trasparenza delle condizioni, con aggiornamenti regolari sui rendimenti;
- compatibilità con criptovalute di largo utilizzo come Cardano (ADA) e Tron (TRX).
Questo modello è pensato per chi desidera entrare nello staking criptovalute senza occuparsi degli aspetti tecnici, puntando alla massima semplicità.
Crypto.com e altre piattaforme
Un’altra realtà molto diffusa è staking crypto com, che integra servizi di pagamento e carte con la possibilità di bloccare i propri token. La piattaforma propone rendimenti competitivi e diverse opzioni di lock-in, adattandosi a più profili di investitori.
Oltre a Binance ed eToro, esistono anche altri servizi affidabili come Kraken, Bitpanda e Young Platform, che offrono varianti di staking crypto su monete differenti. La scelta della piattaforma dipende da fattori come:
- rendimento promesso;
- solidità dell’exchange crypto;
- gamma di token supportati;
- strumenti aggiuntivi (DeFi integrata, token derivati, servizi di liquid staking).
Cardano staking e altri progetti rilevanti
Non tutte le opportunità di staking passano dagli exchange: esistono anche progetti che hanno costruito il proprio ecosistema attorno al modello PoS.
- Cardano staking è uno dei più noti, grazie a una rete solida e a una community attiva. Delegare ADA a un pool significa sostenere il progetto e ottenere rendimenti proporzionali.
- Axies staking si collega al mondo del gaming, dimostrando come lo staking possa evolversi anche in direzioni inaspettate.
- Reef staking offre soluzioni orientate alla DeFi e a un ecosistema cross-chain.
- Celsius staking, prima dei problemi di sostenibilità, aveva mostrato l’interesse crescente verso servizi centralizzati.
- UST staking, legato a Terra, resta un monito sui rischi di affidarsi a protocolli che non garantiscono stabilità.
Questi esempi evidenziano come lo staking crypto non sia un concetto unico, ma una gamma di possibilità che spazia dagli exchange centralizzati ai protocolli decentralizzati, fino ai casi sperimentali.
Vantaggi e svantaggi dello staking
Lo staking criptovalute è visto da molti come un modo innovativo di ottenere rendimenti, ma non è privo di rischi. Capire bene quali siano i benefici e quali le criticità permette di scegliere con maggiore consapevolezza e di evitare errori comuni.
Staking rewards e rendimenti
Uno dei principali motivi che spingono gli investitori verso lo staking crypto è la possibilità di ricevere staking rewards. Le ricompense possono essere considerate una forma di “interesse”maturato per aver bloccato i propri token a sostegno della rete.
I vantaggi principali includono:
- Entrate passive: i guadagni vengono generati in automatico, senza necessità di trading attivo.
- Diversificazione: integrare lo staking in un portafoglio permette di bilanciare strategie a lungo termine come fare hodling con rendimenti periodici.
- Coinvolgimento diretto: oltre al profitto, lo staking consente di contribuire alla sicurezza e stabilità della blockchain.
Naturalmente, i rendimenti variano molto in base al progetto, alla piattaforma (ad esempio staking su Binance o eToro staking) e alla durata del periodo di lock-in.
Rischi dei validatori e sicurezza
Lo staking si basa sulla fiducia nei validatori, ovvero coloro che hanno il compito di convalidare le transazioni. Delegare i propri token significa affidarsi a questi nodi, che devono operare in modo onesto e sicuro.
I rischi più comuni includono:
- Slashing: penalità che riducono la quantità di token delegati se il validatore si comporta in modo scorretto o inattivo.
- Attacchi informatici: piattaforme centralizzate e servizi come Celsius staking hanno mostrato quanto sia importante la protezione da hack e violazioni di sicurezza.
- Frodi e truffe: progetti che richiedono il trasferimento diretto di fondi a indirizzi sconosciuti sono segnali chiari di pericolo.
Per ridurre questi rischi è essenziale scegliere solo validatori e piattaforme affidabili, meglio se regolamentate o con una reputazione consolidata.
Perdite impermanenti e rischi di mercato
Oltre ai rischi tecnici, lo staking crypto è esposto alla volatilità tipica delle criptovalute. Anche se il numero di token cresce grazie alle ricompense, il loro valore in euro può diminuire sensibilmente.
Tra i principali fattori di rischio troviamo:
- Perdita impermanente: nei protocolli DeFi, i fondi bloccati in pool di liquidità possono perdere valore rispetto a un semplice holding a causa delle variazioni di prezzo.
- Volatilità: un improvviso calo del mercato può ridurre drasticamente il valore delle ricompense accumulate.
- Lock-in: durante il periodo di blocco non è possibile vendere i token per limitare le perdite, esponendo l’investitore a una minore flessibilità.
Questi aspetti dimostrano che lo staking criptovalute non è un guadagno garantito, ma una strategia che richiede una valutazione attenta dei rischi e della solidità del progetto scelto.
Come iniziare a fare staking
Entrare nel mondo dello staking di criptovalute oggi è più semplice di quanto possa sembrare. Non serve possedere grandi competenze tecniche: bastano alcuni strumenti di base e la scelta della piattaforma giusta. Capire come iniziare significa conoscere i requisiti minimi, i passaggi pratici e i progetti che offrono le migliori prospettive di rendimento.
Requisiti tecnici e wallet
Per avviare lo staking crypto servono due elementi fondamentali:
- un wallet compatibile, capace di interagire con la blockchain che supporta il meccanismo;
- una quantità minima di token da mettere in staking, che varia in base al progetto.
In alcuni casi, come per lo staking su Binance o su Crypto.com, il wallet criptovalute è integrato direttamente nell’exchange e non richiede installazioni esterne. Per chi preferisce gestire i propri asset in autonomia, esistono soluzioni come wallet software (ad esempio MetaMask) o hardware wallet che aumentano la sicurezza.
La scelta dipende dall’equilibrio tra praticità e controllo: più l’utente vuole autonomia, più dovrà assumersi responsabilità nella gestione delle chiavi private e nella selezione dei validatori.
Mettere in staking su Binance passo passo
Tra le piattaforme disponibili, Binance resta la più popolare per chi cerca una procedura semplice. Ecco i passaggi essenziali per mettere in staking su Binance:
- Registrarsi sull’exchange e completare la verifica KYC.
- Depositare o acquistare le criptovalute compatibili con il servizio di binance staking.
- Accedere alla sezione “Earn”o “Staking”e scegliere il tipo di prodotto: flessibile o bloccato.
- Selezionare l’importo da mettere in staking e confermare l’operazione.
Una volta completata la procedura, i fondi genereranno staking rewards proporzionate al periodo e alla quantità di token bloccati. La semplicità di questa interfaccia ha contribuito a rendere Binance un riferimento per i principianti.
Best staking crypto 2025
Non tutte le criptovalute offrono le stesse opportunità di rendimento. Nel 2025 i progetti più discussi per lo staking crypto includono:
- Ethereum, dopo il passaggio definitivo al Proof-of-Stake, che rimane tra i protocolli più solidi e diffusi.
- Cardano staking, apprezzato per l’approccio scientifico e la community consolidata.
- Polkadot e Solana, che offrono rendimenti interessanti e applicazioni DeFi in continua crescita.
- Soluzioni emergenti come Reef staking o progetti legati al gaming, tra cui Axies staking, che sperimentano nuove forme di rendimento.
La scelta delle best staking crypto dipende non solo dal tasso di interesse promesso, ma anche dalla stabilità del progetto, dalla trasparenza del team e dalla liquidità del mercato. Puntare solo sul rendimento più alto senza considerare questi fattori aumenta i rischi e riduce la sostenibilità dell’investimento.
FAQ – Domande frequenti sullo Staking
Che cosa è lo staking?
Lo staking di criptovalute è il processo attraverso cui un utente blocca o “mette in gioco” i propri token per contribuire alla sicurezza e al funzionamento di una blockchain basata su Proof-of-Stake o sue varianti. In cambio riceve staking rewards, cioè ricompense periodiche proporzionate alla quantità di monete messe in staking e al tempo di partecipazione. È una forma di investimento attivo che, a differenza del semplice holding, permette di ottenere rendimenti regolari sostenendo al contempo la rete.
Quali sono i rischi dello staking?
Lo staking crypto non è privo di rischi. Tra i principali:
– lock-in dei fondi, che impedisce di venderli o spostarli durante il periodo di blocco;
– oscillazioni di mercato, che possono ridurre il valore del capitale anche in presenza di rendimenti;
– affidabilità dei validatori, poiché se un validatore commette errori o agisce in modo scorretto l’utente può subire penalizzazioni;
– rischi legati alle piattaforme centralizzate (ad esempio casi come Celsius staking) o a protocolli sperimentali che non sempre garantiscono sostenibilità.Quanto si guadagna con lo staking?
I guadagni derivanti dallo staking criptovalute variano molto in base al progetto, al periodo di blocco e alla piattaforma scelta. In media, i rendimenti oscillano da un 3% fino al 15% annuo, ma alcune soluzioni DeFi o legate a token emergenti possono promettere percentuali più alte. È importante valutare non solo il tasso dichiarato, ma anche la solidità della blockchain, i rischi associati e la reale possibilità di riscattare i fondi.
Quanto dura lo staking?
La durata dello staking dipende dal tipo di prodotto selezionato:
– staking flessibile, che permette di ritirare i fondi in qualsiasi momento;
– staking bloccato, con periodi che possono andare da pochi giorni a diversi mesi;
– modelli di liquid staking, che consentono di ricevere token derivati da utilizzare altrove pur mantenendo i fondi.
Ogni blockchain stabilisce regole diverse: ad esempio, lo staking su Binance prevede opzioni con durate variabili, mentre altri protocolli come Cardano offrono meccanismi di delega più fluidi.